Il First Folio, pubblicato nel 1623, è un’opera a stampa contenente alcune tra le più celebri commedie (14), drammi storici (10) e tragedie (11) (non sono comprese poesie né poemi) attribuite al più grande drammaturgo e uomo di teatro mai esistito: William Shakespeare. Questa particolare edizione è inserita all’interno di un cofanetto che riporta una didascalia dal titolo «La copia bodleiana originale del «Primo Folio» di Shakespeare rilegata per la biblioteca nel febbraio 1624». La copertina è stata realizzata in cuoio ed incollata direttamente sul libro, essa non presenta decorazioni e sul dorso sono presenti soltanto i nervi.

Nel libro a stampa in questione sono contenute le opere più rinomate di Shakespeare come, ad esempio, «Romeo e Giulietta», «Otello», e «Antonio e Cleopatra». Nel frontespizio sono impressi il nome dell’autore ed il titolo dell’opera, accompagnati da un’incisione attribuita all’artista inglese Martin Droeshout. Si tratta di uno dei pochi ritratti che rappresenta in maniera realistica la figura di Shakespeare.

Nella prima pagina troviamo un'epistola dedicatoria stampata in corsivo dedicata a William Herbert conte di Pembroke e a suo fratello Philip conte di Montgomery. Nella pagina successiva, invece, troviamo, nella parte finale, due nomi, John Heminge e Henry Condell: si tratta dei due colleghi attori e amici di Shakespeare che, dopo la morte di quest'ultimo, hanno raccolto, curato e poi supervisionato i testi, quasi a raccoglierne l'eredità. I due attori appaiono nella lista dei «Principal Actors» e, inoltre, avevano recitato nelle opere di Shakespeare con&nbsp;Richard Burbage, Will Kemp e lo stesso Shakespeare. Heminge e Condell hanno suddiviso le opere teatrali in commedie (14), drammi storici (10) e tragedie (11) che sono citate nel catalogo. Nella dedica affermano di aver raccolto i testi non a scopo di lucro personale e neanche per fama, ma soltanto per mantenere viva la memoria di Shakespeare.

Nell’epilogo della storia de “la seconda parte di Henry IV”, contenente la morte e l'incoronazione di re Henry VI, troviamo un capolettera inciso per la lettera F.&nbsp; Capolettera è il termine tecnico che si usa in riferimento all’iniziale decorata. Era una pratica che risaliva ai tempi in cui i libri erano realizzati in forma manoscritta. Le rappresentazioni potevano essere di varia natura: da immagini sacre a semplici cornicette, ma molto elaborate nell’insieme. In questo caso il capolettera è realizzato mediante silografia.

Romeo e Giulietta è una tragedia composta tra il 1594 e il 1596 ed è tra le più rappresentate, nonché una delle storie d'amore più famose e popolari del mondo. La tragedia comincia con un prologo scritto in forma di sonetto che introduce la storia d’amore tra i due amanti, separati da un vecchio conflitto scoppiato tra le loro famiglie: i Montecchi e i Capuleti. La rivalità tra le due casate finirà soltanto con la morte di Romeo e Giulietta. L'opera è inserita nel First Folio, dove è adottata una mise en page su due colonne. Nella parte bassa della pagina, in centro alla seconda colonna, troviamo due lettere «e» affiancate al numero 3, questa sigla viene chiamata segnatura, e serve a contrassegnare il fascicolo per il legatore; la parola che si trova nell’angolo a destra (cankerd) ha lo stesso scopo e si definisce richiamo: perché la prima riga della pagina successiva comincia con questa stessa parola.

In questa pagina possiamo notare la presenza di un finalino. Il finalino è il fregio o la figura (talvolta una vera e propria illustrazione) che orna la fine di un capitolo o di un’opera. Spesso questa piccola decorazione è associata alla testatina, il fregio decorativo che si trova all'inizio di un testo o di una parte di questo.

In questa pagina troviamo i nomi dei due stampatori (William Jaggard e Edward Blount) e la data di pubblicazione. Gli stampatori erano a capo di una piccola società di editori allo scopo di pubblicare il First Folio. Gli altri due membri (i quali svolgevano la professione di librai) della stesso società possedevano i diritti su alcune delle opere di Shakespeare che erano state precedentemente stampate: William Aspley («Molto rumore per nulla» e «Enrico IV, parte II») e John Smethwick («Pene d'amor perdute», «Romeo e Giulietta» e «Amleto»).Sia Jaggard e Blount che Aspley e Smethwick erano finanziariamente responsabili della pubblicazione del First Folio di William Shakespeare. All’epoca William Jaggard era sembrata una scelta strana da parte dei seguaci del re perché aveva pubblicato la raccolta “Il pellegrino appassionato” ritenendo che fosse di Shakespeare e inoltre, nel 1619, aveva stampato (in quarto) nuove edizioni di dieci spettacoli shakespeariani su cui non aveva chiari diritti e che presentavano date e titoli falsi (l'affare False Folio). Nel 1612 Jaggard aveva prodotto una parte del «First Folio» nella sua tipografia, ma, diventato cieco a causa della sifilide, morì prima che venisse completato. Suo figlio, Isaac Jaggard, prese le redini della bottega e portò a compimento il lavoro del padre nel 1623.